In Europa il settore culturale e creativo contribuisce alla crescita economica, all’occupazione, all’innovazione e alla coesione sociale. Rappresenta circa il 4,5 % del prodotto interno lordo europeo e impiega il 3,8 % della forza lavoro (8,5 milioni di persone) (dati Commissione europea, anno 2014).
“L’industria culturale” rappresenta un settore particolarmente importante per l’Italia. La filiera culturale e creativa italiana – comprensiva di industrie culturali e creative, ma anche di quella parte dell’economia nazionale che viene attivata dalla cultura, a partire dal turismo – è un pilastro del made in Italy. Le imprese del sistema produttivo culturale italiano compongono un composito universo fatto di: industrie culturali, industrie creative, performing arts e arti visive, attività legate alla gestione del patrimonio storico artistico e produzioni di beni e servizi a driver creativo.
Dalle 443.208 imprese del sistema produttivo culturale, nel 2014 è arrivato il 5,4% della ricchezza prodotta in Italia (dati Unioncamere 2015). Qualcosa come 78,6 miliardi di euro (5,4% della ricchezza prodotta in Italia), che arrivano a 84 circa (il 5,8% dell’economia nazionale) se includiamo istituzioni pubbliche e non profit. Ma la forza di cultura e creatività va ben oltre, grazie a un effetto moltiplicatore pari a pari a 1,7 sul resto dell’economia. Una leva che, per ogni euro prodotto dalla cultura, ne attiva ulteriori 1,7 in altri settori. Gli 84 miliardi, quindi, ne ‘stimolano’ altri 143, per arrivare a 226,9 miliardi prodotti dall’intera filiera culturale, col turismo come principale beneficiario di questo effetto volano.
Una ricchezza che ha effetti positivi anche sul fronte occupazione: le sole imprese del sistema produttivo culturale – ovvero industrie culturali, industrie creative, patrimonio storico artistico e architettonico, performing arts e arti visive – danno lavoro a 1,4 milioni di persone, il 5,9% del totale degli occupati in Italia (1,5 milioni, il 6,3%, se includiamo pubblico e non profit).
La cultura e la creatività, inoltre, sono in grado di incentivare le nostre imprese: chi ha investito in creatività (impiegando professionalità creative o stimolando la creatività del personale aziendale) ha visto il proprio fatturato salire del 3,2% tra il 2013 e il 2014; mentre tra chi non lo ha fatto il fatturato è sceso dello 0,9%.
Negli ultimi cinque anni l’export legato a cultura e creatività è cresciuto del 135% (da 30,7 miliardi nel 2009 a 41,6 nel 2013), fino a rappresentare il 10,7% delle vendite oltre confine delle nostre imprese, con un surplus commerciale con l’estero di 25,7 miliardi, secondo solo a quello della meccanica.
Può fortunatamente dunque oramai dirsi acclarato il ruolo della cultura come infrastruttura immateriale capace di generare ricchezza.
Per quanto concerne l’ambito “media”, riguarda l’industria europea dell’audiovisivo e del cinema. Si tratta di investimenti nei settori dello sviluppo, distribuzione e promozione di opere creative.
Incoraggia il lancio di progetti con un‘ampia dimensione europea e l’applicazione di nuove tecnologie digitali; permette ai film e alle opere europee inclusi lungometraggi, fiction televisive, documentari, animazione, opere non lineari e vidoegiochi di viaggiare oltre i confini nazionali ed europei; sostiene attività di formazione continua per i professionisti e gli operatori dell’industria.
In un contesto economico come quello attuale, caratterizzato da una forte contrazione delle fonti di finanziamento, i fondi europei rappresentano un imprescindibile strumento per finanziare la crescita e lo sviluppo strategico delle imprese, delle organizzazioni e degli operatori.
Esistono due tipologie di finanziamenti che arrivano da Bruxelles: i fondi diretti (detti anche “fondi competitivi”) che vengono trasferiti dalla Commissione europea ai beneficiari che partecipano ai bandi aperti dalla stessa commissione; i fondi indiretti (conosciuti anche come fondi strutturali) che sono trasferiti dall’Unione europea alle autorità interne agli Stati (nel caso dell’Italia, le Regioni).
Il Master “Progettazione e accesso ai fondi europei per la Cultura, la Creatività e il Multimediale” diversamente da molti dei corsi presenti sul mercato, offrirà l’opportunità di approfondire le modalità di accesso ad entrambe le tipologie di fondi.