“Creare e gestire una web radio professionale”, il libro di Fabrizio Mondo pubblicato da Dario Flaccovio Editore, ha un sottotitolo che riassume il senso della sfida di “fare radio” grazie al pc e alla rete: “Passa al digitale e fai sentire a tutti la tua voce”. Quel “tutti”, inteso come il pubblico potenziale da raggiungere, può valere anche per il broadcaster: i costi d’impresa, infatti, sono bassissimi. Chi vuole fare radio, mentre un tempo avrebbe dovuto trovare finanziamenti e finanziatori, oggi lo può fare con una spesa relativamente modesta. Il miracolo dell’informatica e della rete è anche questo: l’abbattimento dei costi. Il manuale di Fabrizio Mondo (30enne di Bagheria, Palermo, ingegnere informatico ed esperto delle comunicazioni radiofoniche e del web) costituisce un vero unicum nel suo genere e si rivolge – dice una nota della Flaccovio Editore – a chiunque “voglia configurare correttamente i principali programmi applicativi per creare emittenti radiofoniche su Internet”. Nel libro vengono passati in rassegna e illustrati i server di streaming principali così come i software di regia e gli encoder, e si suggeriscono gli studi di funzionalità e i possibili miglioramenti dei vari applicativi fondamentali. Utilizzabile tanto dal semplice appassionato quanto dal tecnico di regia, il testo consente sia di creare una web radio da zero sia di poterne migliorare una già esistente, provvedendo anche a fornire le soluzioni ai principali errori che possono verificarsi durante una sessione di regia o durante la costruzione fisica di una radio. Il regista radiofonico esperto vi troverà tutti i concetti necessari per diventare progettista e innovatore dell’emittente di cui è responsabile. La sezione dedicata alle normative legali e al diritto d’autore, infine, aiuta a regolarizzare tanto le emittenti radiofoniche che trasmettono contemporaneamente su Internet e in modo tradizionale (simulcasting), quanto le radio di nuova generazione che trasmettono soltanto su Internet (web radio). A Fabrizio Mondo abbiamo chiesto un report su che cosa è una web radio e qual è lo “stato dell’arte” della piattaforma.
di Fabrizio Mondo
Se dovessimo dare una definizione sintetica di web radio, potremmo dire che si tratta di un mezzo di comunicazione di massa esclusivamente vocale, che si diffonde tramite Internet.
In realtà, tale definizione è abbastanza semplicistica, anche se pienamente attinente. La web radio è l’evoluzione tecnologica della radio tradizionale per come siamo sempre stati abituati a conoscerla. Se fino a pochi anni fa per radio si intendeva un dispositivo con una manopola che spaziava tra gli 88 ed i 108 Mhz, adesso il concetto si è rivoluzionato quasi totalmente.
Per comprendere meglio il fenomeno è necessario fare dei piccoli paragoni spiegando quali siano i connotati di una radio tradizionale.
La stazione radiofonica è composta da uno studio che genera voci e suoni, da un apparecchio che invia tale segnale ad un’antenna che lo diffonde a chi lo vuole ascoltare. Tali apparecchi, che sfruttano quel meccanismo tanto conosciuto chiamato modulazione di frequenza, normalmente costano molto.
Internet ha cambiato il punto di vista. Lo studio radiofonico può essere adesso ricondotto a un semplice programma per pc così come può essere simulata l’antenna di diffusione, che ha il suo parallelo nel server di streaming.
Anche l’ascoltatore affronta delle piccole differenze: non esiste più una manopola per cambiare stazione, si sfruttano invece siti Internet e player.
Il totale abbattimento dei costi ha contribuito, sin dagli anni ’90, al boom delle web radio. Adesso qualsiasi realtà, locale, piccola o settoriale, può creare una sua emittente radiofonica e diffondere i suoi contenuti ad una platea potenzialmente infinita.
La tecnologia che permette di creare web radio ha compiuto 20 anni da poco, ed è maturata molto nel corso degli anni, anche se i concetti teorici che le stanno alla base sono rimasti immutati e così resteranno.
La prima concezione di web radio prevedeva tre programmi standard, che potevano avere forme e nomi diversi tra loro ma con lo stesso funzionamento: sorgente, encoder e server di streaming.
Le sorgenti sono i programmi di automazione radiofonica e all’interno di questa categoria troviamo software per disc jockey, regie radiofoniche gratuite o a pagamento e tanto altro.
Il ruolo dell’encoder è quello di rendere omogeneo il contenuto delle sorgenti e inviare il segnale al server di streaming, che ha invece il ruolo di diffondere il segnale all’utenza.
Questo schema permane da vent’anni ed è l’unico concettualmente possibile.
Servizi come Shoutcast, Icecast e regie come Sam Broadcaster, DirEttore o MBStudio hanno portato la web radio ai livelli delle radio in FM, ma oggi si sta assistendo alla nascita delle cosiddette “Web radio browser driven”, una sorta di Web Radio 2.0 che sfrutta il browser non soltanto per l’ascolto, ma anche e soprattutto per la trasmissione.
Servizi come Spreaker (una start-up italiana) o Radionomy (che è invece belga) forniscono ai radioamatori la possibilità di trasmettere avendo semplicemente un microfono e una connessione a Internet, non dovendosi preoccupare di configurare praticamente nulla.
La tendenza della radiofonia italiana locale è quella di migrare progressivamente alla trasmissione tramite Internet, per superare quei limiti territoriali imposti dalla trasmissione via etere, magari mantenendo temporaneamente sia il servizio via Internet che quello in FM.
A oggi non esiste una regolamentazione completa ed esaustiva sulle web radio, che sono viste ancora dagli enti istituzionali come un fenomeno di nicchia. Ogni web radio che trasmetta su Internet musica per la quale i diritti sono tutelati deve necessariamente richiedere una licenza alla SIAE per i diritti d’autore e al consorzio dei fonografici SCF per i diritti connessi.
In base alla forma giuridica della radio (che può essere creata da persone fisiche, associazioni o società) i costi variano e variano anche i vincoli sull’utilizzo di pubblicità e le forme di introito possibile.
Il futuro della radiofonia internazionale è basato più sui contenuti che non sulla tecnologia trasmissiva. Con il passare del tempo le radio, professionali di grandi dimensioni o amatoriali che siano, tenderanno a utilizzare quante più modalità di trasmissione possibili, come avviene ad esempio con grandi emittenti come Radio Deejay, Radio Rai o RTL 102.5. L’utilizzo delle tecnologie tradizionali come la trasmissione radio FM analogica vedrà una rapida diminuzione in funzione del DAB o proprio della web radio, che nel mondo delle nuove tecnologie trasmissive fa senza dubbio la parte del leone.